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Delizie subsahariane

08.09.2021
Indice

Molto raramente si parla della gastronomia dell’Africa del Sud. Il cibo, i sapori tradizionali, i diversi riti a tavola e l’arte della condivisione sono tratti caratteristici che accomunano Sud Africa, Mozambico e Namibia. L’Africa meridionale è per il visitatore una continua scoperta, non soltanto in termini di sapori, ma soprattutto di quello che circonda il cibo stesso: abitudini, lifestyle e piccoli piaceri quotidiani.

In Sud Africa, alla scoperta del rito del barbecue

Ogni occasione è buona per fare un braai, dalle feste nazionali a quelle religiose, dagli eventi sportivi ad una semplice domenica in famiglia, magari in riva al mare. La tradizione del barbecue sudafricano è sentita in ogni città, da Cape Town a Johannesburg, dove sono presenti numerose aree attrezzate proprio per questo scopo ma si possono trovare facilmente anche ottimi ristoranti specializzati in questo genere di cucina. Se la cucina sudafricana è eccellente, non da meno sono i vini. Le carte des vins dei ristoranti sudafricani lanciano sempre nuove prospettive nel campo dell’enologia e spostano l’asse della qualità perfino in quest’ultimo lembo del leggendario continente nero. Il clima e l’esposizione dei vitigni sono infatti ottimali e garantiscono una produzione di vino che raggiunge numeri importanti anche in termini di fatturato. Dai progressivi esperimenti di coraggiosi viticultori la produzione è passata dalla quantità alla qualità, regalando agli appassionati di ogni angolo del mondo etichette di grande valore. Il Sud Africa vanta oltre centomila ettari di vigneti e più di 350 tenute e cantine, la gran parte aperta al pubblico per degustazioni. I vini più apprezzati dai sommelier sono i bianchi. È difficile resistere al gusto aromatico del Riesling e del Colombard locale, così come alla qualità dei Sauvignon e degli Chardonnay. Fra i rossi spicca il Pinotage una varietà tutta locale, la cui qualità è in rapida crescita, ma sono eccellenti anche i Cabernet e gli Shiraz. Scegliere un viaggio nel Sud del continente africano con la garanzia dei viaggi proposti da Turisanda è il modo più emozionante per conoscere queste zone ed esplorare la cucina locale.

Lo street food del Mozambico

In Mozambico l’essenza stessa dello street food è rappresentata dalle Chamussas e da i molti piatti a base di caril, una variante locale del curry indiano. Attorno alla preparazione di queste deliziose specialità si è creata un’intera cultura gastronomica. Si tratta, infatti, di una specialità dalle chiare origini indiane: dei triangoli fritti di pasta sfoglia ripieni di carne o verdure. Una ricetta che si è sviluppata nel tempo assumendo sapori e aromi tutti africani. Vero principe dello street food mozambicano è il panino con bajjas, delle polpette fritte molto simili, come forma, al falafel indiano ma realizzate con fagioli, aglio e coriandolo, insaporite poi da una salsa di lime e piccantissimo peperoncino. A tal proposito, in Mozambico è bene fare attenzione ai cibi piccanti, dato che spesso il livello di tolleranza e gradevolezza dei locali e assai più alto di quello di un viaggiatore occidentale. Il motivo che spinge ad avvicinarsi allo street food mozambicano è molto semplice: durante la giornata, attorno ad ogni chiosco, si crea un’atmosfera viva e intrigante, animata dai locali. Uno dei modi migliori per conoscere questo paese. Fra i chioschi e i ristoranti della coloratissima capitale Maputo si può sbocconcellare del gustoso pollo fritto o dei calamari alla maniera del moderno finger food, oppure assaggiare il meno invitante (ma molto tradizionale) riso con le zampe di pollo e le foglie di manioca insaporite in salsa di arachidi. Il pollo viene spesso cotto con salse piccanti, lime, aglio e servito con polenta o riso. In Mozambico, infatti, la Xima o la Nshima fanno parte della vita di ogni giorno. Si tratta di semplice polenta, fatta di mais o più spesso di manioca, che si alterna con il riso come accompagnamento per qualsiasi piatto tradizionale, dalla carne al pesce, dalle salse speziatissime alle verdure. Fra un boccone e l’altro e fra spezie e peperoncini infernali, si placa la sete con il maheu, una bevanda a base farina di mais fermentata, asprissima e densa. Chi invece cerca qualcosa di meno tradizionale e più accattivante non deve lasciarsi sfuggire le delicate birre locali o i vini, spesso di provenienza sudafricana, a patto che non si voglia scegliere la Sura, una sorta di vino ottenuto con la palma, dal gusto curioso, ma non memorabile.

Namibia? Birra, wurstel e tartufi

Wurstel e crauti, strudel di mele, sacher torte e ottima birra! Non è esattamente quello che ci si immaginerebbe di trovare in Namibia. Giungere fino al Tropico del Capricorno e scoprire che da queste parti è possibile sentirsi (quasi) come all’Oktober Fest di Monaco è una sensazione davvero curiosa. Tuttavia si deve tenere presente che la Namibia è un ex protettorato tedesco, e certe tradizioni coloniali sono dure a morire. Ad ogni modo, la birra namibiana è semplicemente eccellente, prodotta dal colosso Namibia Breweries e commercializzata con etichette quali Windhoek e Tafel, rigorosamente lager di osservanza tedesca. Lo stesso vale per tutte le specialità teutoniche, che da queste parti sono prodotte con particolare attenzione alle ricette originali. Chi invece desidera provare la cucina locale e scoprire qualcosa di indigeno, deve sapere che ha a disposizione una scelta di materie prime davvero varia e intrigante. La Namibia è infatti il paradiso dei carnivori di ogni genere. Qui si cucinano le carni di struzzo e di antilope, oltre a quelle più ordinarie di manzo, pollo e maiale, spesso allevate in pascoli en plain air e quindi dal sapore delicato e gustoso. Come in Sud Africa, anche in Namibia il braai è un’autentica religione, ma con la differenza che sulla griglia può andarci di tutto e che le carni sono particolarmente delicate e gustose. Se barbecue e delikatessen tedesche non fossero sufficienti a suscitare curiosità allora è il caso di assaggiare i saporitissimi funghi (gli squisiti omajavo) e gli straordinari tartufi (i delicati nabas). Non è un caso che i più attenti gourmet internazionali guardino alla cucina di questa nazione africana come ad una fonte di ispirazione e di stupefacenti materie prime.