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Everglades, la natura in una vacanza a Miami

04.09.2021
Indice

Una giornata della nostra vacanza a Miami l’abbiamo voluta dedicare al luogo che, forse più di ogni altro in America, incarna la complessità di un eco-sistema acquatico: le Everglades. Dal momento, però, che con questo nome si intende un’area verdeggiante che ricopre la Florida per oltre 30.000 km quadrati, si può ben capire la necessità di circoscrivere la visita. Per questo da Miami ci siamo diretti verso l’angolo sud-occidentale dell’immensa prateria acquatica, all’Everglades National Park, percorrendo la Route 9336 fino al cuore dell’area protetta. Istituito nel 1947, il parco offre la possibilità di ammirare un paesaggio unico al mondo, che a molti sembrerà solo una sconfinata palude ma che rappresenta una fotografia fondamentale sull’evoluzione della specie.

A bordo dell'Airboat

Il mezzo più diffuso per visitare le Everglades è l’Airboat, uno scafo largo e piatto sul quale viene montato, all’interno di una gabbia metallica, un grosso motore a elica simile a quello di un aereo. Sopra lo scafo una o più file di sedili, a seconda delle dimensioni, accolgono i visitatori, mentre il pilota siede su una buffa poltrona sopraelevata, a ridosso del motore. A bordo è necessario indossare le cuffie, che vengono prontamente distribuite, a causa del forte rumore provocato dall’elica. Salire su un’Airboat è emozionante e divertente, oltre ad essere il solo mezzo, da quello che abbiamo potuto vedere durante la nostra vacanza a Miami, per esplorare questo enorme specchio d’acqua. L’unica alternativa infatti, potrebbe essere quella di sorvolare le Everglades con un idrovolante. L’eco-sistema all’interno delle Everglades, generato da un’antica glaciazione e dal conseguente scioglimento dei ghiacci, è davvero unico. Abbiamo esplorato vaste zone popolate da una fauna ricchissima che comprende coccodrilli, aironi, aquile e numerose specie di serpente acquatico. In alcune zone i più fortunati possono vedere perfino delfini tursiopi e lamantini, la singolare specie di sirenii purtroppo in via d’estinzione. Tra le piante acquatiche e le mangrovie si riconoscono gli hammocks, aree fertili che emergono dall’acqua e formano immense distese di papiro.

Big Cypress National Preserve

Scesi dall’Airboat ci siamo spinti a nord del parco, per visitare la Big Cypress National Preserve, dove si possono fotografare i pochi esemplari rimasti di cipresso calvo. Imboccata la National Scenic Trail, che attraversa Big Cypress, ci siamo fermati alla Big Cypress Gallery, dove una mostra permanente di Clyde Butcher racconta tutto il fascino delle Everglades. Qualche km più a nord vi consigliamo di fermarvi all’Ahtahthiki Museum, dal quale parte un meraviglioso percorso naturalistico sulle orme degli indiani Seminole. Le guide ci spiegano che il periodo migliore per visitare la zona è durante la stagione secca, da dicembre ad aprile, perché il tempo è particolarmente mite ed è possibile avvistare più facilmente gli animali che popolano queste zone.

Biscayne National Park

Ripartiamo in direzione Homestead, sul lato orientale del parco, per tornare verso Miami. Vacanza incredibile, quella trascorsa finora, e le sorprese non sono finite. Vogliamo goderci lo spettacolo del Biscayne National Park, anch’esso compreso nella vasta area delle Everglades. Costituito al 95 % da superfici sommerse e da una restante parte di litorale con spiagge di sabbia bianca. Circa quindici km prima di Homestead troviamo il Dante Fascell Visitor Center, porta naturale del parco. Qui si incrociano l’eco-sistema delle keys, il reef corallino, le Everglades e la baia di Biscayne, in uno scenario unico. Osservando la baia e l’oceano, in silenzio, ripensiamo alla magnifica esperienza trascorsa, a ciò che abbiamo visto, a tutta la vita che nasce dall’acqua. Ma la nostra vacanza a Miami continua...