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Giappone Gourmet

04.09.2021
Indice

Con il termine umami i giapponesi definiscono un sapore che non è salato, amaro, dolce o acido. È il ‘gusto buono’, merito di un amminoacido naturale presente in ogni piatto della cucina nipponica. La tradizione culinaria nipponica è un riflesso diretto della sua cultura millenaria, e il modo migliore per scoprirla è naturalmente sul posto, fra degustazioni, lezioni di cucina e street food.

Tokyo in tavola

Niente di meglio che la capitale del Giappone - dove vivono più di 15 milioni di abitanti – per andare alla ricerca del cosiddetto ‘quinto gusto’. Da subito si percepisce che la tavola, qui, è anche un luogo di riflessione e la preparazione dei piatti, la composizione e la decorazione sono una vera e propria arte. A Tokyo è nato il Nighiri, il tradizionale sushi giapponese, che fu importato dalla Cina soltanto nell’800; vi si trova inoltre dell’ottima salsa di soia e il miglior tonno della Nazione. Quest’ultimo può essere magro (akami), mediamente grasso (chutoro) e molto grasso (otoro). Il salmone, invece, è difficile da trovare perché è d’importazione e i giapponesi prediligono pesce fresco e locale. Da non perdere a Tokyo:

  • Il Mercato del Pesce è il più grande del mondo e vi lavorano circa 60.000 persone.
  • Cucinare il Sushi all’ABC Cooking Studio, per provare a creare uno dei piatti simbolo della cucina locale.
  • Preparare i dolci giapponesi tradizionali – i celebri Wagashi - è un’arte complessa per gli occidentali. La pasticceria giapponese è interamente a base vegetale e poco zuccherata.
  • Preparare e confezionare il Bento, il tipico launch box giapponese diventato celebre attraverso i manga, è qualcosa che si avvicina alla filosofia zen. Sapori da controbilanciare e una disposizione rigorosa, sono parte del successo del cibo che i nipponici mangiano durante la pausa pranzo

Lo Shojin-Ryori è il pasto zen, rigorosamente vegetariano, dei monaci buddisti. Apprendere i segreti per realizzarlo è un tuffo nel passato e un modo per comprendere il rapporto fra cibo, spiritualità e filosofia che attraversa la cultura gastronomica nipponica.

Kyoto un tuffo nella tradizione

Il cuore antico del Giappone batte a Kyoto, città d’arte e centro culturale della Nazione, con le sue università, i centri artistici e i tanti concerti e vernissage. Nel quartiere di Gion, dalle antiche case in legno, si può scoprire il raffinato cerimoniale del tè e l’elegante cultura delle geishe. Il rituale è lungo e complesso e prevede la scelta di miscele appropriate alla stagione, la giusta teiera e un servizio lento, con gesti ampi. Durante la degustazione le geishe suonano il loro strumento tradizionale, lo shamizen, dal suono malinconico. Non bisogna soltanto godersi il tè ma tutto il procedimento di preparazione, una cerimonia immutata da secoli. Da non perdere a Kyoto:

  • Il pollo Teriyaki è uno dei piatti di maggior successo della cucina giapponese, anche se quello che si trova nei ristoranti occidentali è una rivisitazione americana.
  • Ramen, Udon e Soba, le tre principali tipologie di spaghetti giapponesi. Non sempre è facile distinguere ogni preparazione, ma una degustazione guidata può svelare ogni segreto.
  • Il Nighiri, fatto con tante varietà di pesce, è una delle peculiarità della città di Kyoto e può essere gustato freschissimo, senza cadere nell’abitudine occidentale di preferire tonno, e salmone.

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