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Viaggio in Giordania tra arte e tradizioni

05.09.2021
Indice

Una vacanza in Giordania, ne siamo certi, vi farà apprezzare aspetti legati alla musica, all'arte e all'intrattenimento, in modo naturale e spontaneo. Proviamo lo stesso a offrirvi alcuni spunti che riteniamo utili per comprendere meglio con che tipo di manifestazioni artistiche e culturali potrete entrare in contatto.

Uno sguardo al passato

Partiamo dai libri. Ne abbiamo scelti due molto diversi tra loro: il primo con uno sguardo rivolto al passato e alla dinastia dei califfi Omayyadi, signori delle steppe siriane e giordane. Si intitola "Gli Omayyadi". La nascita dell'arte islamica e offre un'interessante chiave di lettura sulla nascita e lo sviluppo di un linguaggio artistico che ha segnato la cultura araba. La lettura offre uno spaccato della dinastia che in poco meno di 100 anni di regno (661-750 d.C.) fu capace di intrecciare influenze armene, ellenistiche, romane, bizantine e persiane, dando vita a nuove architetture e stili decorativi alla base degli sviluppi dell'arte islamica. Quello degli Omayyadi fu un governo di ampie vedute e dalla spiccata attività creativa: costruì grandi opere, tra le quali grandi moschee. Allo stesso tempo, però, impose la propria visione dell'arte e del bello, anche attraverso l'iconoclastia o la mutilazione delle rappresentazioni artistiche di esseri viventi.

E uno al presente

Il secondo racconta una storia più recente e leggendolo si varcano le soglie della residenza reale giordana, quella della famiglia Hussein. Divenuto un bestseller internazionale, il libro "Leap of Faith" parla di Elizabeth Halaby, che da giovane laureata in architettura a Princeton, dopo un incontro casuale con il re Hussein divenne, nel 1978, la regina Noor di Giordania. Il successo dell'autobiografia di Elizabeth "Noor" Halaby ha però suscitato non poche polemiche. A partire da un "inspiegabile utilizzo di stereotipi antisemiti per attaccare la comunità ebraica americana", o "incolpare Israele del conflitto arabo-israeliano", e ancora "tralasciando di descrivere il ruolo avuto dal marito in alcuni essenziali fatti storici". Nonostante ciò da Leap of Faith scaturisce l'immagine di una donna affascinante, molto impegnata a favore del dialogo tra popoli, dello sviluppo sostenibile e della modernizzazione del mondo arabo, che ha saputo ritagliarsi un preciso ruolo sociale e culturale, promuovendo tantissime iniziative soprattutto attraverso la Noor al-Hussein Foundation.

Ritmi della tradizione beduina

Passiamo alla musica e alle sonorità che hanno riempito le giornate della nostra vacanza in Giordania. Abbiamo scoperto che la musica giordana si distingue da quella degli altri paesi confinanti per l'intreccio con le sonorità beduine, spesso fatte di improvvisazione, di testo parlato e pezzi suonati con il rababe, un particolare strumento monocordo che i musicisti imbracciano come un violino. Anche dal punto di vista ritmico ci sono delle differenze: il ritmo della musica giordana è scandito dal mihbaj, un vero e proprio pestello usato sia per macinare il caffé sia come strumento musicale. Nel resto degli Emirati Arabi Uniti, invece, i ritmi e gli strumenti fanno parte dellatradizione khaleeji, che si distingue per canzoni più ballabili, caratterizzate dall'uso del davul, il tipico tamburo in legno di noce e pelle di pecora, e dell'oud, una specie di grosso mandolino a dieci corde, facile da trovare appeso, in vendita, all'interno di un bazar. Ad averci sorpreso è anche il successo riscosso da alcuni interpreti contemporanei, come la cantante Macadi Al Nahas o Zein Awad.