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La natura di Salgari

03.09.2021
Indice

Quando Emilio Salgari pubblicò il suo celebre romanzo I misteri della jungla nera, nel 1887, l’immagine della natura indiana descritta era opera di pura fantasia letteraria. Purtroppo Salgari non ebbe mai la possibilità di vedere con i propri occhi la straordinaria varietà della natura indiana, specie nel sud del Paese, fra i meravigliosi parchi degli stati di Kerala e di Tamil Nadu. Luoghi dove la fantasia letteraria viene semplicemente superata dalla realtà.

Kerala, natura selvaggia

Lo Stato di Kerala - nell'India sud-occidentale - deve il suo nome alla palma da cocco (nell’idioma locale kera) che in questa zona cresce un po’ dappertutto e ne caratterizza i meravigliosi scenari. Un autentico paradiso tropicale che si estende per oltre 570 chilometri di costa, lambita dal Mare Arabico, alle cui spalle vi è un entroterra dove la natura regna incontrastata, dominata da alte cime montuose. Qui non è difficile sentirsi come nel romanzo di Salgari e fare dell’esplorazione naturalistica motivo di avventura ed emozione con la sicurezza e la professionalità dei viaggi Turisanda. Il Periyar National Park è una riserva naturale protetta, istituita nel 1982, che occupa un’area vastissima: ben 778 km². Si trova sui monti dei Gathi occidentali, nei pressi del confine con lo Stato di Tamil Nadu. Qui vivono indisturbate le tigri, ridotte a pochi esemplari, una specie da proteggere e a rischio di estinzione. Fra gli animali che trovano rifugio in questo parco vi sono anche leopardi, elefanti, bisonti, orsi, daini e i langur del Nilgiri, le scimmie tipiche di questa zona. È ritenuto – a ragione - uno dei parchi più belli di tutta l'India per la varietà dei suoi scenari naturalistici che spaziano da vette altissime (il parco si trova ad un’altitudine media di 1400 metri sul livello del mare), intricate foreste di eucalyptus, valli e ampie praterie. Il centro ideale del parco è costituito dallo splendido lago artificiale nato alla fine del XIX secolo con la costruzione della diga che imbriglia le acque dei fiumi Peiyar e Mullayar, le cui rive sono l’habitat naturale di una straordinaria avifauna endemica. Kumarakom si trova fra la città di Kottayam e il grande lago Vembanad, il più vasto di Kerala.
La zona è divenuta popolare anche grazie al romanzo Il Dio delle piccole cose di Arundhati Roy, ambientato da queste parti. Qui si trova il sorprendente Kumarakom Bird Sanctuary – posto sulla riva meridionale del fiume Kavanar - che può essere visitato, partendo dal lago Vembanad, mediante canoe condotte a remi dai pescatori locali e, ancora meglio, provando l’emozione di esplorare il lago stesso, e i canali limitrofi, su una caratteristica house boat. Un’esperienza rilassante che permette di osservare i numerosi pescatori sulle imbarcazioni tradizionali e le fitte trame delle palme da cocco che crescono sulle sponde. Da queste parti vivono principalmente uccelli acquatici, il cuculo, il gufo, la garzetta, l'airone e il cormorano ed è un luogo di passaggi migratori per la splendida gru siberiana.

I contrasti di Bangalore

Oltre otto milioni di persone abitano a Bangalore, nello stato federato del Karnataka, un numero impressionante per un viaggiatore occidentale ma perfettamente nella norma in una Nazione grande e popolosa come l’India. La sua straordinaria crescita demografica e urbanistica è successiva all’anno dell’indipendenza dalla corona inglese: il 1947. La città sin da subito divenne un enorme laboratorio per le nuove industrie indiane, tanto da aver generato – in tempi moderni - un autentico distretto tecnologico di prestigio mondiale. Per quanto la sua modernità ne caratterizzi lo skyline, la città ha origini antichissime. È sufficiente spingersi nella vicina località di Begur per esplorare il complesso religioso del tempio di Nageshvara, costruito nel IX secolo d.C., e rendersi conto del passato splendore. Il suo recente passato coloniale, invece, lo si può intuire nelle bizzarre forme architettoniche del Bangalore Palace, costruito nel 1887 in uno stile eclettico che ricalca quello del Windsor Castle in Inghilterra, ma con forti caratteristiche indiane. Tuttavia a lasciare il segno non sono soltanto le grandi strade cittadine, i numerosi giardini, i piccoli templi, ma la sorprendente modernità dei suoi stessi abitanti che passano con facilità da riti e feste tradizionali (come il Karaga Shaktyotsava celebrato dalla comunità Thigala in onore della dea indù Draupadi) alle moderne e più futuribili tecnologie.

Le vette del Tamil Nadu

Ooty (detta anche Udhagamandalam e Ootacamund) – a sei ore di strada da Bangalore - è il punto di partenza per le superbe Nilgiri Hills: quasi 2500 Km2 di natura collinare alla frontiera con lo Stato di Kerala, nei pressi della catena montuosa dei Western Ghats. Qui si trovano montagne altissime (di cui ben 24 sopra i 2000 metri di altitudine) che dominano un ambiente naturale caratterizzato da due distinti habitat: a sud-ovest le foreste di latifoglie abitate da elefanti e tigri, ad est le fitte foreste tropicali. Le cime dei Western Ghats corrono - da nord a sud - lungo la parte occidentale dell’India e costituiscono un patrimonio naturalistico di incomparabile bellezza. Le pianure di queste regioni sono estensivamente occupate da enormi piantagioni di tè che da queste parti è di qualità davvero eccellente. Il cosiddetto Nilgiri tea, infatti, è di colore scuro ma dal gusto intenso e aromatico, lievemente speziato. Le aree selvagge risparmiate dalle coltivazioni negli anni ottanta sono state poste sotto la tutela di due parchi nazionali: il Parco Nazionale Mudumalai e il Parco Nazionale Mukurthi. Le Nilgiri Hills e le vette dei Western Ghats sono anche state incluse nella Nilgiri Biosphere Reserve - la prima biosfera protetta del Paese - creata dall'UNESCO. Nonostante l’India stia facendo passi da gigante nelle nuove tecnologie, la sua natura selvaggia mantiene intatto tutto il fascino avventuroso dei romanzi d’appendice.