Indice
Un viaggio a Mauritius è un'occasione per scoprire come diverse religioni e numerose culture convivono ogni giorno in completa armonia. I primi europei che affondarono i loro piedi nella soffice, calda e bianca sabbia di Mauritius furono i portoghesi intorno al 1500, ma le meraviglie dell'isola erano già note da quasi cinquecento anni a malesi e arabi. Dal XVII secolo si susseguirono diverse colonizzazioni: prima gli olandesi, che portarono a Mauritius migliaia di schiavi provenienti dall'Africa Nera, poi i francesi e gli inglesi, costretti dall'abolizione della schiavitù a servirsi di manodopera cinese e indiana. Nessuna di queste comunità ha più abbandonato l'isola; strato su strato, giorno dopo giorno, la popolazione mauriziana si è arricchita di razze, culture e religioni.
Abituati da secoli a vivere in armonia e favoriti da una stabilità politica e sociale senza eguali in Africa, gli abitanti di questa perla dell'Oceano Indiano hanno conservato indisturbati le proprie tradizioni. A Mauritius il cattolico, il musulmano, l'induista e il buddhista vivono nello stesso quartiere e ogni ricorrenza è vissuta come un intenso momento di festa collettiva. Non si può non rimanere colpiti dalla solarità e dalla cordialità di questa gente e seguirla nello svolgimento delle loro ritualità può essere un modo originale e suggestivo di capire ancora meglio cos'è Mauritius.
Le feste hindù sono le più frequenti, importanti e, aggiungiamo noi, suggestive dell'isola. Il Diwali, ad esempio, è la celebrazione che si svolge tra ottobre e novembre per auspicare la vittoria del Bene sul Male. Il trionfo è rappresentato da migliaia di candele e diya (le lampade tradizionali) che dal tramonto all'alba illuminano strade; le fiammelle servono ad accompagnare il dio della salute e della buona sorte dentro ogni casa.
Il Cavadi è invece un pellegrinaggio che si celebra ogni mese e a cui è quindi molto più facile assistere; il più importante è quello che si svolge tra gennaio e febbraio a Port Louis. In una dimensione di trance collettiva, centinaia di persone con i corpi costellati di aghi e con piccole spille che attraversano le guance, portano sulle spalle un grande arco di legno ricoperto di fiori (il cavadi, appunto).
Gli sgargianti colori dei sari, la musica e le parole di gioia riempiono i villaggi durante l'Holi; tra alti spruzzi d'acqua colorata, mauriziani e turisti salutano il nuovo anno degli induisti.
Corpi assorti in meditazione, odore di incensi e parole sacre rivolte agli dei caratterizzano la festa di Gangasnan: secondo la tradizione le acque del fiume Gange, sfociando nell'Oceano Indiano, sfiorano le coste dell'isola, lasciando così che la sacralità di questo corso d'acqua giunga fino a qui. Per l'occasione la gente dipinge il cuore delle noci di cocco con gli occhi della dea Kalì e getta questi simulacri in mare insieme a fiori, frutti e preghiere.