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Sol Levante, fra passato e presente

12.09.2021
Indice

Il Giappone incarna agli occhi di noi occidentali l’essenza stessa del lontano Oriente. Un’isola dal cuore antico, dove le tradizioni sono ancora vive e sanno fondersi armoniosamente con la modernità. Un viaggio alla scoperta di Tokyo e Kyōto, fra passato e presente, modernità e tradizioni, fra gli shogun e… Doraemon, il celebre cartone animato del gatto blu, meccanico e pasticcione che è anche una sorta di simbolo trans-generazionale.

Armonia, modernità e tradizioni

Per usare le parole di Haruki Murakami nel suo splendido romanzo After Dark: «É una metropoli quella che abbiamo sotto gli occhi. La vediamo attraverso lo sguardo di un uccello notturno che vola alto nel cielo. Nel nostro sconfinato campo visivo, appare come un gigantesco animale. O un confuso agglomerato, composto da tanti organi avvinghiati l’uno all’altro». È così che si presenta Tokyo al visitatore occidentale, che rimane folgorato dai suoi mille volti. Il Giappone è un luogo di forti contrasti culturali, dalle memorie del passato degli shogun ai cosplayer, dalla cerimonia del tè ai manga, dall’arte dello zen al culto di Doraemon. Osservando con attenzione, tuttavia, si comprende come tali contrasti siano perfettamente coerenti con la filosofia di vita nipponica, improntata alla discrezione, alla riflessione e all’operosità. Sempre rimanendo in campo letterario è Banana Yoshimoto - una fra le autrici nipponiche più acclamate degli ultimi anni - nel suo Un viaggio chiamato vita, a riassumere in poche parole le più autentiche caratteristiche del suo paese: «La natura giapponese, con la sua delicatezza, è un’altra cosa. In una piccola isola coesistono a stretto contatto i più diversi ambienti naturali, in tranquillità, semplicità e forza... l’armonia dolce come musica di tutti questi elementi è una caratteristica peculiare del Giappone». Ed è proprio l’armonia, assieme ad una cura meticolosa delle tradizioni a permettere alla patria dei manga di essere una protagonista a pieno titolo della modernità culturale e industriale. Questo è il Giappone presentato da Turisanda con le sue affascinanti proposte.

Tokyo, Yin & Yang

Tokyo si presenta come un’unione armonica di Yin e Yang, dove l’ordine rigoroso, quasi matematico, dei giardini, dei templi e degli interni, contrasta con il caos di una toponomastica inesistente. Qui, infatti, non ci sono i nomi delle strade e numeri civici, e fare il mestiere del tassista diventa davvero arduo. Il modo migliore per vivere l’armonia nipponica è quella di esplorare il cuore più antico e mistico della città (la sua parte Yin) visitando il grande santuario shintoista Meiji, passeggiando per il giardino orientale del Palazzo Imperiale e lasciandosi cullare dal silenzio del Sensō-ji, il Tempio dedicato al bodhisattva Kannon ad Asakusa, il più antico tempio buddista di Tokyo. La fede, in Giappone, è un tema individuale anziché collettivo ed è vissuta con un approccio filosofico. Rispettando il concetto di armonia, che sottende il modo di vivere nipponico, qui vengono accomunati elementi di varie religioni in modo sincretico unendo i culti locali al buddismo e al taoismo. Le arti marziali stesse – più precisamente il judo – nascono come dottrina per la mente e per il corpo, diversamente dai tradizionali sport. La parte Yang di Tokyo si può scoprire passeggiando lungo la via che gli occidentali chiamano Nakamise e che solitamente si percorre venendo via dal Sensō-ji. Qui si trova di tutto (è una famosa via dello shopping del resto) dai souvenir più curiosi, alle preziose ceramiche, kimono, ventagli, katane degne di Hattori Hanzō - tanto per scomodare Quentin Tarantino -, bacchette, ma soprattutto snack per ogni genere di palati. Per rimanere nello spirito Yang del luogo – quello più legato al materialismo – qui è doveroso assaggiare i caratteristici sembei (dei gustosi crackers di riso grigliati) e ancora meglio i ghiottissimi dorayaki, una sorta di pancake ripieni di crema di fagioli azuki (per aspetto molto simile alla cioccolata). In Giappone tutti conoscono i dorayaki, perché sono gli snack preferiti da Doraemon, il celebre gatto pasticcione dei cartoni animati. La fine di questo angolo di Tokyo, popolato da frettolosi locali, hipster con gli occhi a mandorla, compassati manager e provocanti cosplayer nelle vesti di Lamù (che qui si chiama Urusei Yatsura) è segnato da un manufatto del tutto Yang: la Kaminarimon. Si tratta di una porta sulla quale troneggia una gigantesca lanterna rossa che ci ricorda quanto le tradizioni, vecchie e nuove, siano importanti per quest’isola.

A Kyōto, misticismo e natura

Il viaggio stesso per arrivare da Tokyo a Kyōto regala profonde emozioni. Fra le due città, infatti, ci si sposta con il treno superveloce shinkansen che forse oggi, ai nostri occhi, ha perso un po’ della meraviglia di quando fu progettato, ma offre comunque ancora al viaggiatore la sensazione di muoversi nelle verdi campagne giapponesi in un cuore di acciaio proiettato a grande velocità. Con lo shinkansen ci vogliono due ore e mezzo per arrivare a Kyōto mentre in auto ne servono quasi sei. Arrivare a Kyōto in auto sarebbe comunque poco funzionale: la città si può girare facilmente con i mezzi pubblici, veloci ed efficienti. Per entrare subito nel mood della città, si deve visitare il santuario shintoista di Heian il cui torii (la sontuosa porta rossa di entrata) è il più grande di tutto il Giappone. Il santuario è noto per essere la tappa finale e il momento culminante del Jidai Matsuri, uno dei più importanti festival cittadini e forse dell’intera nazione. Si tiene in ottobre e vede il coinvolgimento di tutta la città in una storica parata con costumi tradizionali. Per il visitatore occidentale è un’occasione unica per poter osservare - in un solo colpo d’occhio - tutto il folklore locale: vestiti, musiche, carri tradizionali e scenografie. Volendo approfondire il tema, ci si può recare nell’antico quartiere di Gion. Il luogo è noto per le sue geishe che ancora vivono nelle celebri case da tè e per le sue abitazioni tradizionali. È qui che è ambientato il best seller Memorie di una geisha di Arthur Golden e dove la cultura delle tradizioni raggiunge il suo apice. Come Tokyo, anche Kyōto ha i suoi luoghi d’elezione per quanto concerne l’armonia, fra questi vi è il maestoso Tempio Kiyomizu che si erge su di un’ampia valle e offre una panoramica mozzafiato sulla città. Con la sua struttura - solidamente sostenuta da agili palafitte di legno - il tempio è un perfetto esempio di equilibrio armonico giapponese dove misticismo e laboriosità si intrecciano in un’architettura di raro fascino. Per vivere appieno lo splendore dell’epoca degli shogun, il visitatore deve quindi recarsi a Nakagyō-ku, una delle undici municipalità che compongono la città di Kyōto. Qui si trova il castello di Nijo, costruito nel 1603 come residenza degli shogun Tokugawa durante i loro soggiorni a Kyoto. Le mura sono decorate da dipinti elaborati, così come i meravigliosi pannelli scorrevoli al suo interno. I giardini che circondano il castello evocano atmosfere incantate e l’equilibrio dello zen nell’arte del giardinaggio. Kyōto è il cuore del passato del Giappone ed una visita alla città si snoda anche attraverso i suoi meravigliosi templi, come quello di Kinkakuji, dal caratteristico padiglione in foglia d’oro. Nei pressi di Kyōto si trova il paese di Nara dove si trova il tempio di Todaji e dove si erge una delle statue di Buddha in bronzo più grandi del mondo. Qui, la natura del Giappone si presenta in tutto il suo selvaggio splendore nel Parco Nazionale cittadino, chiamato il Parco dei cervi per via dei dolcissimi animali che lo popolano. Gli alberi nascondono i tetti rossi del santuario shintoista Kasuga Taisha, patrimonio Unesco per via della bellezza e dello stile architettonico davvero unico. Kyōto e Tokyo offrono di fatto un vasto campionario dei mille volti della cultura giapponese e si integrano a vicenda con l’armonia tipica che contraddistingue questa nazione.